La
Settimana Santa ad Acate, tra riti e tradizioni.
I riti della Settimana Santa ad
Acate sono contraddistinti dalla massiccia partecipazione della popolazione, chiamata a
vivere tale periodo con particolare fervore, nella preghiera e nello sforzo di
un'autentica conversione.
Per dimostrare quanto sia sincero
l'attaccamento degli acatesi a queste celebrazioni, basta dire del malcontento che
suscitò la soppressione della processione del Cristo alla Colonna,
reintrodotta solo alcuni anni fa dal parroco don Rosario Di Martino, dopo un ventennio.
Essa si svolge il Mercoledì Santo per Piazza Crispi, Via Ruggero Settimo, Corso
Indipendenza, Via Roma, Piazza Libertà, Via San Giuseppe e Piano San Vincenzo: la statua
del Cristo, accompagnata da una gran folla di fedeli muniti di fiaccole, al suono lugubre
di tamburi, ispira tanta pietà.
Il Consiglio Pastorale quest'anno, ha invitato i giovani del paese a portare a
spalla la statua, rispolverando un'antica consuetudine sacrificata sull'altare della
modernità.
Ma è della funzione del Venerdì
Santo, per i suoi accenti di genuina religiosità e per le sue note di commozione, che
occorre parlare in modo più ampio.
Essa è molto differente dagli altri centri della Sicilia: alle 11,30
il simulacro del Cristo con la Croce sulle spalle si affaccia dalla Chiesa Madre, e inizia
la Via Crucis. Uno sparo di mortaretti, (a mascattaria), rende più tetra ed austera la
cerimonia.
A questo punto la lunghissima processione, con ragazzi e ragazze
vestiti a lutto, si mette in cammino, mentre il suono delle marce funebri contribuisce a
rendere ancora più triste l'atmosfera. A quasi un terzo del Corso Indipendenza, la
Veronica, una fanciulla del luogo, asciuga il volto
insanguinato del Cristo, il cui capo viene fatto reclinare in segno di
ringraziamento.
Ai quattro canti avviene la scena più commovente: l'incontro della
Madre Addolorata con l'Amato Figlio, che guardandola, pallida nel dolore, alza per tre
volte il braccio destro in segno di saluto. Sono pochi attimi, ma
riescono a creare un'atmosfera surreale che intenerisce i cuori della gente. La Madonna,
quindi, affranta, cede il passo al Figlio, fino al Calvario, dove il predicatore
intrattiene la folla sul mistero della reincarnazione. Per questo incontro molti emigrati
tornano appositamente dai luoghi di lavoro e centinaia di forestieri accorrono dai paesi
limitrofi.
Al tramonto sul palco in muratura
del Calvario, hanno inizio le "Sette
parti", cioè la Rappresentazione Sacra del dramma della crocifissione, affidata alla
locale compagnia teatrale "Hobby Club", la quale ha apportato numerose
modifiche, all'antico testo del barone Alfonso Ricca.
La giornata si chiude in modo solenne
con la processione del Cristo Morto nell'urna, che percorre all'inverso il
tragitto della mattina, accompagnato anche da molti bambini che portano dei caratteristici
lampioncini illuminati multicolori. |