Acate, rinuncia al rene della moglie ma lei lo 'ricatta' per amore

Lui doveva subire un trapianto ma non voleva mettere a rischio la vita della consorte.
Ma lei forzò la mano: "Non vuoi perchè non l'avresti fatto per me"


Giovanni Campagnolo e la moglie Rosa Stornello, protagonisti di una grande storia d'AmoreUn trapianto di rene 'imposto' per amore. Soprattuto, quando ad imporlo è la moglie disperata perchè il marito non vuole accettare che sia lei la donatrice per non mettere a repentaglio la sua vita. E così, la moglie pur di riuscire nell'intento, usa uno stratagemma che rasenta il ricatto: 'Se non accetti il mio rene, vuol dire che non mi vuoi più bene. E che tu non lo avresti mai donato a me'. Parole che lasciano di stucco il marito che, alla fine, accetta, per dimostrarle quanto sia grande l'amore per lei. Una storia d'amore che va al di là di ogni immaginazione, che dura nel tempo: ancora più forte di prima. Eppure quel forte gesto ha rischiato di mettere in crisi, anche per qualche momento, la felice vita coniugale di una coppia di sposi acatesi: Giovanni Campagnolo e Rosa Stornello, 58 e 54 anni, marito e moglie. Sono loro i protagonisti della storia andata, e non è un romanzo, a lieto fine. Dopo trentaquattro anni di unione, senza screzi ed incomprensioni, circondati dall'affetto dei tre figli, l'uomo - già gravemente malato - deve prendere una non facile decisione: dire sì al trapianto che gli eviterà la condanna della dialisi, mettendo in conto qualche rischio per la moglie. Racconta Giovanni Campagnolo, pensionato della Serit, con un passato di sportivo praticante e impegnato intensamente nel volontariato: 'Cinque anni fa, a seguito di una donazione di sangue (è stato il fondatore dell'Avis di Acate, ndr), ho scoperto di avere un'insufficienza renale. Sono andato avanti per qualche tempo con la dieta proteica ma non ho potuto evitare la dialisi. Sin dal primo momento mia moglie ha manifestato l'intenzione di volermi donare un rene, ma io mi sono sempre fermamente opposto per tutelare la sua salute. Il discorso non si doveva nemmeno affrontare'. Era l'unica possibilità? 'Sì, perché nelle liste d'attesa per i trapianti da cadaveri hanno la precedenza i giovani e avevo accettato con rassegnazione la mia condizione. Ero fermo nella mia posizione nonostante i pareri tranquillizzanti dei medici e le sollecitazioni di alcuni sacerdoti, tra cui il parroco di Acate Don Rosario Di Martino'. Che cosa le ha fatto cambiare idea? 'Una mattina, dopo una delle tante notti insonni, trovai mia moglie in preda al pianto e le chiesi il motivo. All'inizio ella non volle rispondermi, ma poi sbottò: "Tu non mi hai mai voluto bene, non vuoi accettare il mio rene perché a me non lo daresti". Questa frase è stata come una frustata. Ha abbattuto la mia resistenza ed ho capito che era inutile insistere. L'amore, quello senza calcoli, ha avuto il sopravvento'. Il mese scorso, dopo che la compatibilità tra i due coniugi è stata accertata da tutti gli esami, Giovanni e Rosa sono entrati contemporaneamente nella sala operatoria del Policlinico 'Umberto I' di Roma. 'Espianto ed innesto prosegue Campagnolo - sono stati eseguiti dall'équipe del professor Raffaello Cortesini. Il nuovo organo è partito subito senza alcuna complicazione'. A oltre un mese dall'intervento i coniugi Campagnolo stanno benissimo: lei è ritornata alle faccende domestiche, lui sembra rinato, anche se per evidenti motivi, deve ancora limitare uscite e contatti con le persone. 'Mangio di tutto e potrò rifare anche sport', dice raggiante. Dalla loro esperienza hanno tratto un insegnamento che vogliono trasmettere alle giovani coppie. 'Il matrimonio non è uno scherzo ma un'istituzione divina. Bisogna salvaguardarlo combattendo la mentalità diffusa che si possa provare a stare insieme e, in caso d'insuccesso, rompere anche subito. La donazione di un organo è "normalità" se si considera il suo valore di condivisione solidale'.


Emanuele Ferrera

ediz. del  20-11-98